// IN PRIMO PIANO | SPECIALE ALEPPO
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ALEPPO UN PONTE PER LA PACE
Presentata la mappatura dei monumenti distrutti di Aleppo
e il progetto di ricostruzione del suq, della moschea degli Omayyadi e del minareto, a cura dell’Aga Khan Trust for Culture
2 marzo | Palazzo delle Aquile
Il
70 per cento del cuore antico di Aleppo è ormai del tutto distrutto: serviranno anni per ricostruirla. Lì abitavano circa 400 mila abitanti. L’
Aga Khan Trust for Culture ha “scannerizzato” per nove mesi l’intera città realizzando la
prima mappatura completa dello stato dei quartieri, delle strade e degli edifici. Un lavoro che ha visto impegnati non solo esperti, ma l'utilizzo di droni e di tecnologia per la creazione di riproduzioni in 3D. Il progetto, interamente finanziato da
Aga Khan Trust for Culture, agenzia del network
Aga Khan nata per rivitalizzare, restaurare, far rinascere i Paesi in via di sviluppo e impegnata soprattutto in Africa e Asia, è stato presentato in anteprima assoluta questa mattina a Palermo da
Radwan Khawatmi, membro del board of Director dell’Aga Khan Islamic Museo di Toronto, al fianco del sindaco
Leoluca Orlando, del presidente del Consiglio comunale
Totò Orlando e dell’assessore alla Cultura
Andrea Cusumano. A far arrivare un videomessaggio di pace anche il Gran Mufti, sceicco
Ahmad Badreddin Hassun, la più alta autorità religiosa sunnita in Siria.
Il risultato degli studi dell'Aga Khan è una
radiografia completa e aggiornata, la prima in assoluto, della situazione reale di Aleppo e dei danni che la guerra ha provocato:
400 tavole di studio descrivono nei dettagli lo stato dell’arte e gli interventi necessari per riportare la città alla sua antica bellezza, con una particolare attenzione per i
quartieri e gli edifici attorno all’antica Cittadella. La ricostruzione sarà lunga e costosa. Per tutta la Siria la stima è di
470 miliardi di dollari; e presto sarà lanciato un
“fondo” internazionale a cui già hanno promesso di aderire molti imprenditori e mecenati italiani. Solo per recuperare l’
antico minareto del 1100, patrimonio Unesco, la somma stimata è di 25 milioni di dollari mentre ce ne vorranno tra
8 e 12 milioni per la moschea degli Omayyadi completamente distrutta nel 2013. La
moschea risale al periodo mamelucco del XIII secolo, si trova nel cuore della città antica e i musulmani credono che al suo interno si trovi il sepolcro del profeta Zakariyāʾ. Le immagini mostrano la vasta
musalla (la corte con le famose pietre bicolori che poteva ospitare sino a 8 mila persone)
e l'antico minareto selgiuchide del 1090, in macerie.
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PALERMO CROVEVIA DI POPOLI NELLA STORIA

Il ponte tra Palermo e Aleppo non nasce oggi ma dalla storia. “Nel lontano 965 furono proprio i governatori musulmani a spostare la capitale della Sicilia a Palermo – ha detto nel suo intervento Radwan Khawatmi, membro del board of Director dell’Aga Khan Islamic Museo di Toronto – Questa città rappresenta il sospiro, la speranza, l’amore e la fede per il mondo islamico: a quel tempo, in Mecca c’erano 40 moschee; a Baghdad, 51; a Damasco, 79 e a Palermo, nel 982, ce n’erano ben 300. Per questo motivo, oggi, noi presentiamo qui il nostro progetto di ritorno alla vita, pietra dopo pietra”. Di Mediterraneo come "oceano culturale che lambisce Paesi diversi" ha parlato invece il sindaco Leoluca Orlando che con l'assessore Andrea Cusumano ha sottolineato la centralità di Palermo all’interno di un sistema complesso come il Mare Nostrum, in cui iniziative come questa servono a rafforzare il dialogo e il sostegno reciproco tra i Paesi”. Un video-messaggio di pace è arrivato a Palermo anche dal Gran Mufti, sceicco Ahmad Badreddin Hassun, la più alta autorità religiosa sunnita in Siria. A Palazzo delle Aquile è in mostra un prezioso corano in foglia d'oro della collezione privata Khawatmi (nella foto).
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E A NOVEMBRE IL SUQ TORNERA' ALLA VITA
Il restauro del
suq Al-Saqatiyya è già partito ad inizio febbraio, preceduto dalla rimozione dei detriti.
Sarà direttamente l’Aga Khan Trust for Culture a occuparsi della ricostruzione del mercato coperto di 21 chilometri che con le sue 500 botteghe era l’anima della città. L’intervento di restauro (tra 12 e 17 milioni di dollari) sarà completato a novembre, con l’aiuto degli stessi commercianti di Aleppo che attendono con ansia di poter rientrare nei negozi. A lavoro ingegneri italiani e maestranze locali che stanno apprendendo le tecniche di restauro e di conservazione.
Nel progetto è stata coinvolta l’Università di Aleppo. Nel frattempo, si sta lavorando anche per il recupero del minareto selgiuchide: l’obiettivo è mantenere i piani di costruzione originali, coniugati però ai moderni requisiti antisismici.
Sono state già catalogate tutte le pietre crollate per ricostruire il minareto collassato, utilizzando la maggior quantità possibile di materiali originali; quelle che non possono essere recuperate dalle macerie, saranno tratte dall’antica miniera da cui arrivarono 800 anni fa.
I lavori per il restauro del minareto partiranno entro il 2018.
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CAROLINA EYCK, LA SIGNORA DEL THEREMIN
E' soprannominata "la signora del theremin", lo strumento di cui è una delle più importanti musiciste nel mondo. Lei è Carolina Eyck, la giovane musicista tedesca che nell’aprile del 2012 si esibì ancora ventiquatrenne al Ridotto dello Spasimo, è nuovamente ospite della Fondazione The Brass Group, in una esclusiva nazionale per "Palermo Capitale della Cultura". Sul palco del Real Teatro Santa Cecilia, inserito nella stagione concertistica del Brass Group, Eyck si esibirà sabato 3 marzo, in un doppio spettacolo alle ore 20.30 e 22.15 in una "jazz chamber music". Accanto a lei una formazione tutta siciliana con Riccardo Randisi al pianoforte, Giuseppe Costa al contrabbasso, e Lino Costa alla chitarra.
Lo strumento elettronico suonato dalla musicista berlinese è forse il più antico che si conosca, essendo stato inventato dallo scienziato russo Leon Theremin nei primi del Novecento (l'anno prossimo cade il centenario della sua invenzione). Si tratta, in pratica, di un oscillatore che produce suoni in cui frequenza e intensità vengono variate dal movimento aereo delle mani che si avvicinano o allontanano da due antenne (una orizzontale, l'altra verticale). Assai difficile da dominare, il theremin ha suscitato l’interesse dei compositori classici ma ancor più dei musicisti rock e pop, tra cui Jimmy Page dei Led Zeppelin (in "Whola lotta love"), i Beach Boys (in "Good vibrations"), Michael Jackson (in Thriller") ma anche Vinicio Capossela.
Sin dal suo debutto coi Berliner Philarmoniker nel 2002, Carolina Eyck si è affermata tra i maggiori virtuosi al mondo di questo strumento musicale. Nel tempo, Eyck ha affinato sempre più la tecnica magistrale, ha aggiunto anche una propria originale vocalità ai suoni evocati dallo strumento e, inoltre, ha sviluppato apprezzabili doti sia compositive che interpretative. Qualità, queste, che le consentono di affrontare territori musicali assai vasti e impegnativi, sospesi magicamente tra classica, jazz, pop, minimalismo, contemporanea e space-rock.
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