Il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha partecipato stamattina all’udienza preliminare del procedimento penale per la cosiddetta trattativa fra lo Stato e la mafia.
Il Sindaco, accompagnato dal Capo dell’Avvocatura comunale Giulio Geraci e dall’Avvocato penalista Giovanni Airò Farulla, anch’egli dell’Avvocatura comunale, ha depositato la costituzione di Parte civile dell’Amministrazione comunale, in rappresentanza dei cittadini.
Orlando appena tornato alla guida della città nel mese di maggio, ha dato mandato all’Avvocatura di costituirsi in tutti i processi di mafia, ricordando che fu proprio la città di Palermo a costituirsi Parte civile in un processo per mafia, in occasione del primo maxi processo del febbraio 1986.
La città di Palermo è sempre stata accolta, quale Parte
civile nei processi di mafia nei quali si è costituita, anche quando questi
riguardavano fatti specifici avvenuti fuori dal suo territorio, come nel caso
della strage “di Capaci” (avvenuta in realtà nel territorio di Isola delle
Femmine).
Ciò perché è a Palermo che la mafia ha storicamente il proprio luogo di comando
ed è la città di Palermo, insieme ai suoi cittadini, a subire le conseguenze
dirette più immediate e pesanti della presenza e delle attività della mafia e
dei suoi legami ed intrecci col potere politico.
Alle violenze e i lutti che hanno colpito direttamente la città e tanti suoi cittadini, si aggiunge il danno materiale determinato dalla corruzione del sistema economico, dallo sviluppo di attività imprenditoriale “drogate” dal capitale mafioso in danno del libero mercato ed il danno d’immagine che scoraggia gli investitori nazionali ed internazionali ed ulteriormente deprime l’economia della città.
Al gravissimo danno patrimoniale e d’immagine si aggiunge il danno morale, esistenziale e all’immagine sofferto dai suoi singoli cittadini, la cui esistenza – specie per i giovani – è stata ed è fortemente condizionata e mortificata, nella propria credibilità e nel proprio prestigio, da ogni attività o fenomeno mafioso.
L’Avvocatura del Comune Stato cita la recente sentenza della Corte di Cassazione, che in un processo per mafia ad Agrigento, ha riconosciuto il danno esistenziale subito dai cittadini di quella città poiché l’attività di Cosa nostra ha avuto “la conseguenza di estromettere, ovvero marginalizzare la vita sociale ed economica di tutte quelle attività sane e legali presenti nel territorio, come anche impedire che nuove attività proposte da imprenditori esterni potessero insediarsi nel territorio.”
Al di là degli aspetti generali, gli avvocati del Comune di Palermo, ricordano come “gli imputati dell’odierno procedimento hanno consapevolmente e fattivamente contribuito al sostegno e al rafforzamento di Cosa nostra mettendo in atto o comunque favorendo la cosiddetta “trattativa”, che altro fine non aveva se non quello di rafforzare l’associazione criminale, aumentandone la capacità intimidatrice e favorendo, con un alleggerimento delle conseguenze penali per i suoi adepti, la sua capacità militare che a Palermo ha trovato massima capacità intimidatrice ed è stata esercitata appieno con gli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino, che hanno avuto certamente un esito determinante per determinare l’esito della “trattativa”, lasciando alla città di Palermo un segno indelebile e universalmente riconosciuto.”
“L’esecuzione dei reati contestati agli imputati ha rafforzato l’organizzazione criminale con un conseguente ulteriore rilevante incremento del danno subito dalla città. Un danno dovuto al perdurare delle attività criminali e di quelle economiche ad esse connesse nonché al fatto che apparati deviati dello Stato e rappresentanti delle Istituzioni, che avrebbero dovuto proteggere i cittadini, hanno al contrario operato di fatto a sostegno di Cosa nostra.
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