[Comunepalermo] Beni confiscati alla mafia. Orlando a Parlamento e Governo "Norme attuali rallentano uso sociale"

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Beni Confiscati @LeolucaOrlando1 scrive a @PietroGrasso @lauraboldrini
@EnricoLetta @angealfa "Necessarie norme più agevoli per uso sociale"

COMUNICATO STAMPA

Il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha inviato oggi una lettera
aperta ai Presidenti del Senato e della Camera, al Presidente del
Consiglio e al Ministro degli Interni per sollecitare una modifica
della normativa sui beni confiscati.

Nella sua lettera, Orlando ricorda che di recente il Comune di Palermo
è entrato in possesso di 30 scuole confiscate alla mafia, ma
sottolinea che questo caso è una eccezione.
Nella sola città di Palermo vi sono circa 500 appartamenti confiscati
"che da soli potrebbero risolvere quasi del tutto l'emergenza
abitativa", che però restano nell'amministrazione delle società
immobiliari confiscate e non hanno alcun uso sociale.

Di seguito il testo integrale della lettera inviata.

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Al Presidente del Senato
Sen. Pietro Grasso

Al Presidente della Camera dei Deputati
On.le Laura Boldrini

Al Presidente del Consiglio
On.le Enrico Letta

Al Ministro dell'Interno
On.le Angelino Alfano


nei giorni scorsi, il Comune di Palermo ha acquisito al proprio
patrimonio trenta edifici scolastici, provenienti dal patrimonio della
"Immobiliare Strasburgo", società sottoposta a confisca nell'ambito
della normativa antimafia.

Questo importante risultato, che assume un valore ancora maggiore
proprio perché gli immobili sono destinati a scuole per le quali in
passato l'Amministrazione pubblica ha pagato canoni d'affitto, è stato
richiamato di recente dal Direttore dell'Agenzia Nazionale per i Beni
Confiscati, il Prefetto Giuseppe Caruso quale eccezione positiva
rispetto alla complessa procedura di utilizzo dei beni delle società
sottoposte a sequestro.

Altri immobili potrebbero essere trasferiti al Comune di Palermo e ad
altri Comuni italiani, ma ciò è ostacolato o impedito  da una
inadeguata legislazione.

Se da un lato, infatti, le procedure sulla gestione, assegnazione ed
utilizzo sociale dei beni sequestrati appartenenti a persone
consentono una effettiva destinazione sociale degli stessi beni,
dall'altro, per i beni di proprietà di società, tale destinazione
risulta quasi impossibile.

Di fatto l'attuale ordinamento, che prevede per le società confiscate
soltanto la liquidazione, la vendita o l'affitto, finisce per
limitarsi ad alimentare un improbabile e costoso circuito di rendita
finanziaria che, ancorché pubblico, è certamente criticabile per lo
scarso o nullo utile impatto sociale.

L’inadeguatezza del quadro normativo è resa ancora più evidente,
qualora la società confiscata sia una società immobiliare, la cui
unica attività imprenditoriale è sostanzialmente la riscossione di
canoni di locazione, con uno scarsissimo utilizzo di personale
dipendente, facilmente assorbibile per attività manutentorie o
amministrative, anche attraverso un prospettato Fondo di rotazione.

Per comprendere la portata del fenomeno, basti pensare che l'attuale
patrimonio immobiliare "bloccato" nella sola città di Palermo (circa
500 appartamenti) sarebbe pressoché sufficiente per dare una risposta
positiva alle famiglie comprese nella graduatoria dell'Emergenza
abitativa: o tramite l'utilizzo diretto di tali appartamenti o tramite
l'utilizzo
dei relativi canoni d'affitto per sostenere una politica di fitti a
canone concordato.

La disponibilità nel patrimonio dell'Ente territoriale di queste
grandi risorse rappresenterebbe quindi una enorme risorsa per dare
risposta ad una fra le grandi emergenze sociali della città.

Non è certamente indifferente ricordare, a questo proposito, che, come
 anche sottolineato da numerosi e recenti indagini condotte dalla
Magistratura, proprio la fascia di popolazione colpita dall'emergenza
abitativa è fra quelle maggiormente esposte al rischio di
condizionamento criminale, in un circolo vizioso di emergenza sociale
e alimentazione di economia illegale e parassitaria.

Un intervento normativo che semplifichi procedure e possibilità di
gestione sociale dei beni di proprietà di società sottoposte a
confisca, sarebbe quindi quanto mai auspicabile ed urgente per
ribadire la volontà e capacità delle Istituzioni di rompere il
circuito criminale ed il suo perverso potere economico.


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Pietro Galluccio
Esperto del Sindaco per la comunicazione istituzionale
338.1728439

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