Questa mattina il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha partecipato al corteo, che si è snodato da piazza Massimo, lungo via Maqueda fino all'angolo di via del Celso, organizzato dall'Anpi e dalla Cgil, per ricordare le quattro vittime della repressione del governo Tambroni dell'8 luglio del 1960. In rappresentanza dell'Amministrazione comunale c'era anche l'assessore alla Partecipazione, Giusto Catania. Presenti anche i consiglieri comunali e i presidenti di Circoscrizione.
"Oggi vogliamo ricordare l'attualità della memoria e dell'esempio di quanti vennero uccisi solo perché rivendicavano i diritti dei lavoratori edili, in un tempo nel quale la mafia governava Palermo e portava avanti il sacco edilizio".
È quanto ha affermato il sindaco Orlando nel corso del suo discorso commemorativo di fronte alla lapide di via Maqueda che ricorda le vittime di Palermo.
"Tutto ciò si lega profondamente a quanto sta accadendo in Grecia e a Ventimiglia, - ha continuato il primo cittadino - due situazioni drammatiche, tramite le quali l'Europa rischia di uscire da se stessa e di rinnegare le sue stesse ragioni fondative. La cultura di pace e la legalità dei diritti dei lavoratori, dei migranti, dei popoli è conferma dell'attuale momento vissuto dalla città di Palermo, dove abbiamo firmato la Carta di Palermo, che abolisce il permesso di soggiorno e che considera inviolabile il diritto umano alla mobilità. L'Amministrazione comunale è schierata a difesa dei diritti dei lavoratori - ha concluso Orlando - a cominciare dalla salvaguardia dei livelli occupazionali e della legalità e della sicurezza nei luoghi di lavoro".
"La memoria delle vittime dell'8 luglio del 1960 - ha dichiarato l'assessore alla Partecipazione, Giusto Catania - contribuisce alla ricostruzione della storia civile della nostra città che, attraverso l'attività dell'Amministrazione comunale, negli ultimi anni ha restituito il giusto riconoscimento ai fasci dei lavoratori, ai siciliani che hanno contribuito alla liberazione dal nazi-fascismo, ai martiri della strage del pane e a tutte persone che hanno lottato per la giustizia sociale a Palermo.
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Antonella Di Maggio
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