Vie dei diritti: domani alle ore 9 l'amministrazione comunale e la
Cgil Palermo intitoleranno via della Martora, nel quartiere di
Bonagia, ad Andrea Raia, il segretario della Camera del Lavoro di
Casteldaccia, ucciso dalla mafia il 5 agosto del 1944. Alla cerimonia
interverranno il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il segretario
della Cgil Palermo Enzo Campo, il sindaco di Casteldaccia Giovanni Di
Giacinto e i familiari di Raia, tra cui la figlia Santa Raia, di 93
anni, e il pronipote e deputato Davide Aiello.
Raia venne ucciso di sera con due colpi di lupara davanti alla sua
abitazione. Aveva 38 anni. Era membro del comitato di controllo dei
“Granai del popolo” e aveva il compito di distribuire ai poveri le
provviste. Si oppose con coraggio alla mafia in nome della legalità.
“Il nostro doveroso percorso della memoria continua con
l'intitolazione a Palermo di un'altra delle Vie dei Diritti ad Andrea
Raia. Ricordando i nostri morti ricomponiamo l'identità del mondo del
lavoro - dichiara Enzo Campo - Quello di Raia è stato il primo
delitto di mafia avvenuto nel secondo dopoguerra in Sicilia. La
storia di un uomo non isolato ma che fu a capo di quel movimento di
lavoratori che si oppose al nuovo blocco sociale e combatté per la
conquista delle terre. Il filo conduttore era il lavoro, come forma
di emancipazione sociale. Da qui si dipana la storia del movimento
antimafia, un’antimafia sociale che ebbe origine dalle battaglie per
la terra di quegli anni. Raia, e come lui Filippo Intili, ucciso
qualche anno dopo, e tanti altri, erano dei dirigenti sindacali che,
nel lungo dopoguerra siciliano, hanno lottato per i diritti e la
libertà degli ultimi, degli sfruttati, contro la mafia degli agrari.
Sono esempi che indichiamo alle future generazioni, per riaffermare
ancora oggi la necessità di lottare per il lavoro e lo sviluppo, per i
diritti e la libertà”.
“Andrea Raia – aggiunge il responsabile del dipartimento Legalità
della Cgil Palermo Dino Paternostro - era una persona generosa, che
amava la giustizia e per affermarla si batteva contro la mafia e la
prepotenza del potere. Nel difficile dopoguerra siciliano, mentre
ancora nell'Italia del Nord si combatteva contro il nazifascismo, Raia
sosteneva la scelta dei partiti del comitato di liberazione nazionale
di non abbandonare nella disperazione e nella fame le popolazioni
delle città, sostenendole con l’ammasso obbligatorio nei “granai del
popolo”. Ma la sua onestà intransigente non piaceva ai padroni del
municipio e agli agrari speculatori, che decisero di assassinarlo.
Oggi ne onoriamo ancora la memoria, dedicandogli una via di Palermo, e
indicandolo come costruttore di solidarietà tra contadini e operai,
tra città e campagna”.
Antonella Romano
Ufficio Stampa
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Fabio Citrano
Ufficio Stampa
Comune di Palermo
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