28 GIUGNO: GIORNATA INTERNAZIONALE DELL'ORGOGLIO LGBT, con il
Patrocinio del Comune di Palermo
“I diritti non sono per sempre: bisogna lavorare per tutelarli”
Ogni 28 giugno, dal 1970, ricorre l'anniversario dei moti di Stonewall
(New York, 28 giugno 1969) ed è la Giornata Internazionale
dell'Orgoglio Lgbt: di fatto da 49 anni la comunità Lgbt si ribella ai
soprusi e alla discriminazioni rivendicando i propri diritti e, con
essi, i diritti di tutti.
Per questa ed altre ragioni, anche se il tradizionale momento di
celebrazione, il corteo del Palermo Pride, si svolgerà sabato 22
settembre al Coordinamento è sembrato opportuno più che mai in un
momento come questo, commemorare la ricorrenza con due giorni di
eventi e incontri - il lungo “Palermo Pride Fest” esplode infatti
giovedì 28 e venerdì 29 in piazza Magione - e dare seguito alla forza
e alla lotta degli eroi di quella notte del 1969 come anche di tutti
gli eroi senza volto che hanno contribuito e contribuiscono ogni
giorno a tutelare la libertà e la dignità di ognuno.
Queste due giornate sono per il Coordinamento un presidio dal quale
far partire un messaggio forte e chiaro: i diritti civili e sociali
non sono acquisiti per sempre e per salvaguardarli (ed esigerli) sono
necessarie attenzione, cultura, una costante azione di resistenza e la
creazione di reti di solidarietà.
Anche se l'Italia non rientra tra i 77 Paesi del mondo in cui
l'omosessualità è considerata un crimine, siamo comunque, globalmente,
in un periodo storico che vede sempre più traballanti le buone
pratiche di accoglienza, condivisione, rispetto e pace e in cui anche
il Governo italiano sembra voler condurre una infinita campagna
elettorale sulla pelle delle persone più deboli e meno tutelate: le
persone migranti e i lavoratori e le lavoratrici (così come le persone
senza lavoro) in generale, ma anche tutte le persone che vengono viste
come minaccia all'ordine sociale, al decoro e alla sicurezza,
costruendo una presunta stabilità sulla base della conservazione del
patriarcato e del maschilismo.
Sul Governo: il nuovo Governo ha gettato le prime fondamenta di una
cinica campagna elettorale senza fine, costruita dichiarazione dopo
dichiarazione contro i corpi e le vite delle persone omosessuali e
lesbiche e contro il diritto all'autodeterminazione delle donne.
Il Coordinamento sente la minaccia pendere sui diritti e sulle libertà
delle persone Lgbt, e non solo, quando viene messa in discussione
l'esistenza di famiglie perché non ritenute “Tradizionali”, perché
formate da persone omo/transessuali ma anche e soprattutto quando
vengono evocate epurazioni e schedature per persone migranti e per
persone Rom, quando viene messa in discussione la libera scelta in
tema di interruzione di gravidanza in nome di una società con una più
alta natalità, quando i principi costituzionali della dignità del
lavoro e della equa progressione fiscale vengono traditi da una
cultura del lavoro per definizione “precario” e da promesse di una
Flat Tax da finanziare, magari smantellando la Sanità e la scuola
pubblica.
Il tema che è stato scelto per il Pride di quest'anno è allora proprio
“De*Genere” che significa: a proposito di genere o di origine, a
partire dal genere, come allontanamento o separazione dal genere, a
proposito del diritto a esistere come soggetti degenerati e
degeneranti, un qualcosa di indigesto per chi guarda al corpo come a
una macchina di produzione e riproduzione.
Ma De*Genere è anche chi si allontana dalla propria gens (radice della
parola genere) per approdare in nuove terre alla ricerca di un futuro,
anche a costo della propria vita.
E il gioco di parole nasce proprio sulla categoria della
degenerazione, termine spesso pronunciato come insulto da usare contro
le persone Lgbt+ ma è un termine che invece il Coordinamento rivendica
come strumento di liberazione dalle (etero)normatività.
“I Moti di Stonewall hanno dimostrato come non esista repressione in
grado di soffocare ciò che si è – spiega Daniela Tomasino, portavoce
del Coordinamento Palermo Pride - oggi più che mai, in Italia, con i
continui attacchi alle minoranze, occorre alzare lo sguardo con ancora
più fierezza, ancora più orgoglio e ancora più fermezza per schierarsi
contro una politica che sta dando prova andare in senso inverso
rispetto a un cambiamento volto all'inclusione di tutte le differenze
di cui la nostra società è piena”.
“Il Pride non vuole essere un'eccezione rispetto alla norma, ma
modello di una società inclusiva, antisessista, antirazzista,
antifascista ma soprattutto possibile da realizzare – continua – fino
a 49 anni fa le esistenze e le identità non conformi erano libere di
esprimersi solo all'interno di fragili aree franche, finché pian piano
non crebbe la consapevolezza e con essa l'orgoglio, un orgoglio che
cresceva di giorno in giorno e che, nella notte dei Moti di Stonewall,
esplose abbattendo le quattro mura del pub su Christopher Street e
propagandosi in un'onda d'urto così forte che ha scosso il mondo
intero”.
“Abbiamo scelto di ribadire con forza che i cortei dei Pride sono
soltanto uno degli strumenti con cui i movimenti Lgbt+ fanno sentire
la loro voce, non è l'unico: i dibattiti pubblici, l'elaborazione
culturale attraverso i libri, il cinema, l'arte, il teatro e la musica
sono altrettanto importanti - dice Luigi Carollo, portavoce del
Coordinamento Palermo Pride - specialmente in un momento storico nel
quale i diritti civili e sociali sono duramente minacciati dalla
globalizzazione. Non solo ma in particolar modo in Italia, succede
perché il Governo ha scelto come biglietto da visita una cultura
illiberale che miete consensi a discapito di chiunque osi mettere in
discussione (a partire dal proprio corpo) un ordine sociale costruito
sul maschilismo patriarcale. Davanti a queste minacce, il primo vero
strumento di lotta è ricordare che il corteo è un giorno, ma il Pride
è sempre».
Per il Sindaco Leoluca Orlando, "il Pride raddoppia quest'anno il
proprio impegno e la propria presenza in città, dedicando un’intera
stagione ai diritti Lgbt che sono i diritti di tutti ad essere
riconosciuti, rispettati, coinvolti e partecipi per ciò che si è e si
vuole essere. La lucida follia di difendere questi diritti si
contrappone all’oscura follia di chi questi diritti li nega
all’interno delle istituzioni. Diciamo basta al populismo
dell’intolleranza”.
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