Il sindaco Leoluca Orlando ha conferito questa mattina, presso la sede
istituzionale di Palazzo delle Aquile, la Cittadinanza onoraria della
città di Palermo a Paolo Borrometi, il giornalista e scrittore, autore
di inchieste e reportage sulla criminalità mafiosa nel nostro paese e
nella nostra regione, da anni ormai costretto a vivere sotto scorta dopo
aver subito una violenta aggressione e numerose e anche recenti
intimidazioni.
Nelle motivazioni della cittadinanza si legge:
"Per avere esposto a rischio la propria incolumità per l’affermazione
della verità, facendo luce con le sue inchieste su zone d’ombra del
nostro Paese, denunciando episodi di corruzione, riciclaggio, traffici
illeciti, affari intessuti da Cosa Nostra a carattere nazionale e
internazionale, rapporti tra mafia, politica e affari.
Per avere praticato e promosso un giornalismo sempre attento alla difesa
della democrazia, rivestito di autorevolezza e indipendenza contro ogni
tentativo di “mascariamento”, di distoglimento dalla verità,
diffondendo altresì ciò che qualcuno non vuole che si sappia,
raccontando ciò che è nascosto e ciò che non può mai piacere essere
rivelato ai poteri forti.
Per avere creduto nel valore del giornalismo, difendendolo
profondamente, lottando per la crescita sociale e culturale del proprio
Paese, anche con forti denunce alle Istituzioni colluse o distratte,
trasformando la paura del rischio di perdere la propria vita, nella
consapevolezza di svolgere semplicemente il proprio dovere, lasciandosi
ispirare dall’insegnamento familiare Mai giù, sempre su".
Nel corso della cerimonia il sindaco Orlando ha espresso a Paolo
Borrometi "stima e ammirazione per la sua professione esercitata contro
ogni forma di censura, omertà, violenza e sopruso, espressione dei
valori di giustizia e libertà, valori condivisi e promossi da questa
Città".
Dal canto suo, il giornalista ha affermato che:
"Palermo, città martire della mafia, che ha avuto tanti suoi figli
illustri caduti per mano mafiosa ma le tante tragedie che l'hanno
segnata sono però servite a risvegliare una coscienza civile ed una
consapevolezza sulla necessità del rifiuto di ogni forma di
accondiscendenza verso la criminalità organizzata.
A Palermo, insomma, è maturata una coscienza civile nei confronti della
mafia, che, purtroppo, non si riscontra in altre realtà della nostra
Sicilia.
Io sono un siciliano con un forte attaccamento ai valori del nostro Sud e
proprio per questo ho ritenuto mio dovere, prima che di giornalista, di
cittadino, denunziare le attività mafiose in zone, come la mia
provincia di Ragusa o quella limitrofa di Siracusa, che per comodo di
tanti, venivano considerate immuni dal cancro della mafia."
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Antonella Di Maggio
Ufficio stampa
Comune di Palermo