E’ partito la scorsa settimana il progetto “Revival” coordinato dalla
Unità di Mediazioni e Giustizia riparativa dell’Assessorato per la
cittadinanza solidale, che prevede la possibilità di ospitalità in una
struttura convenzionata con il Comune per quei cittadini che debbano
scontare un periodo di detenzione domiciliare ma non hanno un
domicilio oppure, per esigenze sanitarie legate al Covid-19, non
possono svolgerlo presso il proprio domicilio. Il progetto è
co-gestito dall’Amministrazione comunale e da quella della Giustizia.
La struttura, ospitata presso una Opera Pia cittadina, è gestita
dall’Associazione “Cammino d’Amore” e sarà operativa in via
sperimentale per tre mesi durante i quali saranno utilizzate le
risorse del Fondo nazionale contro la povertà.
Pensata per un massimo di 32 utenti, al momento ne ospita 8. Si tratta
di cittadini, italiani e stranieri, per i quali la Magistratura ha
autorizzato forme alternative alla detenzione. Per ciascuno di loro
l’UEPE (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) del Ministero della
Giustizia, elabora un piano personalizzato che, se autorizzate dal
Magistrato competente, può anche prevedere attività di volontariato,
culturali e sociali da svolgere all’esterno della struttura. Proprio
in tal senso si sta attivando l’Unità operativa del Comune, che già da
anni coordina e promuove attività di giustizia riparativa, mediazione
penale, facilitazione dei percorsi di recupero.
Nell’ottica della responsabilizzazione e dello sviluppo di percorsi di
comunità, gli ospiti del progetto Revival sono responsabili della
co-gestione, in particolare della pulizia degli spazi comuni e del
supporto alle attività. Trattandosi comunque di cittadini con
provvedimenti restrittivi decisi dalla Magistratura, le visite possono
essere svolte solo previa autorizzazione e all’interno vigono comunque
regole stringenti rispetto agli orari, alla gestione degli spazi, al
divieto di utilizzo di alcol e stupefacenti.
“Si tratta di un progetto sperimentale – spiega l’Assessore Mattina –
che conferma la visione di una città che a trecentosessanta gradi
vuole prendersi cura di tutti, anche di chi, avendo commesso errori e
reati, sta facendo un percorso di reinserimento sociale concordato e
monitorato dalle strutture del Ministero della Giustizia.”
Per il Sindaco “si conferma che a Palermo tutti hanno diritti e doveri
e che tutti devono avere la possibilità di rimediare ai propri errori
con percorsi umani, rispettosi anche se rigorosi. Si conferma anche
quanto sia importante la collaborazione fra le istituzioni pubbliche e
fra queste e gli enti del privato sociale.”
Fabio Citrano
Ufficio stampa
Comune di Palermo
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