ORLANDO: L’EMANCIPAZIONE FEMMINILE E LA CULTURA DELL’ANTIMAFIA
ARTICOLO DEL SINDACO DI PALERMO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO TEDESCO SUDDEUTSCHE ZEITUNG
“Credo si possa affermare, certamente con una qualche forzatura, che se la cultura della mafia in Sicilia è stata tradizionalmente maschile, la cultura dell'antimafia è oggi modernamente femminile”. Conclude così il sindaco di Palermo Leoluca Orlando un lungo articolo dedicato al rapporto tra la Mafia e le donne siciliane pubblicato in seconda pagina dal quotidiano bavarese Suddeutsche Zeitung, uno dei più importanti della Germania, col titolo "Il telo/velo nero è strappato. Donne da tempo considerate oggetto di dominio dell'uomo mafioso ora più pericolose per il sistema criminale".
Orlando parte dalla considerazione che la Mafia è una forma di “criminalità identitaria”, e che nel passato il ruolo della donna siciliana era subalterno dentro e fuori Cosa Nostra. “Per decenni e decenni, nella rappresentazione pubblica – ricorda – la donna era il volto coperto da un telo nero davanti al corpo insanguinato dell'ennesima vittima della mafia”.
Le cose sono però poi cambiate con l'emancipazione femminile, con una duplice conseguenza sul fronte mafioso. Da una parte, la donna nell’organizzazione criminale “assume un ruolo proprio ed esercita potere di comando sempre più frequentemente diretto, senza la mediazione del maschio”. E per Orlando è sintomatico che Papa Francesco, ricordando don Pino Puglisi, abbia invitato “a pregare perché questi mafiosi e queste mafiose si convertano”.
Ma per il sindaco di Palermo “queste stesse considerazioni sarebbero monche, del tutto fuorvianti, se non si ricordasse che il ruolo della donna nella società siciliana ha dato un contributo determinante per far implodere dall'interno la società e la famiglia mafiosa”. “Interminabile ormai l'elenco in Sicilia – osserva Orlando - di nonne, mamme, sorelle, figlie, mogli coraggio. Ma anche di donne delle istituzioni, poliziotte e magistrate, che hanno dato e stanno dando un contributo straordinario per la libertà di tutti e per la liberazione, in primo luogo , delle donne, dalla perversione valoriale siciliana mafiosa”.
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